Com'è andata a Bologna... il tour continua

“L’omologazione è il vero tumore della cooperazione”. L’omologazione al mercato, si intende. E, pertanto, ai modi e ai sistemi dell’impresa capitalistica. L’affermazione è di Mauro Lusetti, presidente di Legacoop nazionale, che ha partecipato alla presentazione di Manager cooperativi tenutasi a Bologna lo scorso 17 ottobre presso la Fondazione Barberini.

Una sessione di discussione ricca e interessante, resa stimolante dal moderatore Bibi Bellini e impreziosita dalle considerazioni di Marisa Parmigiani, oltre che dei tanti appassionati cooperatori presenti. Un punto è emerso chiaramente: ci sono buone notizie. Manager cooperativi, infatti, evidenzia sì le criticità del fare cooperazione, dell’essere gestore di imprese cooperative, ma traccia anche con fiducia le soluzioni, le migliori pratiche, quelle risposte già sperimentate o che possono essere adottate per evitare certe trappole o per uscirne in modo positivo. Riporto con piacere quanto affermato da Tullio, vivace partecipante (che ha tenuto a qualificarsi “cooperatore”), secondo cui il contenuto del libro “può avere una funzione generativa per gli ideali e le pratiche cooperative”. Uao! grazie Tullio!

Prossime tappe di presentazione del libro:

- 7 novembre in Legacoop Piemonte;

- 8 novembre a Torino, presso il Circolo dei lettori, con Alberto Anfossi e Mariangela Battisti, modera Luca Rondi;

- 17 novembre a Napoli, presso Project Ahead, con Marco MusellaGiovanpaolo Gaudino e Giovanna De Rosa, modera Marco Traversi

- 20 novembre a Perugia, all’interno di Fà la cosa giusta Umbria;

- 23 novembre a Parma;

- 1 dicembre a Roma, presso Impact Hub, con Caterina Pozzi e Marco Venturelli, modera Massimiliano Pontillo.


Due recensioni di "Manager cooperativi"


Leggere le recensioni di un libro, di quella che è stata una tua intima creatura per mesi o anni, è un po’ come veder crescere una figlia, un figlio, che ora gira per il mondo in autonomia. Quello che potevi fare lo hai fatto. Ora è del mondo, vive nel mondo. E ognuno ci si rapporta in base alle proprie idee e sensibilità.


La recensione di Paolo Andruccioli per sbilanciamoci.info e quella di Marco Panara per La Repubblica Affari&Finanza, hanno accenti e tagli diversi.
Ma entrambe, non sembri assurdo, aiutano a comprendere aspetti e sfumature del lavoro che non erano così cristalline allo stesso autore.

Come accade nelle presentazioni che stiamo facendo in diverse città italiane, e nei ricchi dibattiti che le accompagnano.
A breve aggiornamenti su quanto emerso a Bologna il 17 ottobre e sulle prossime tappe.


Com'è andata a Milano e... prossima presentazione a Bologna, il 17 ottobre 2022


Ben riuscita la discussione di Milano, del 27 settembre scorso. 

Riccarda Zezza ha presentato la società che ha fondato, Lifeed, che punta sulle persone e sulle loro competenze "non formalizzate" per aiutare le aziende a valorizzare al meglio il capitale umano a disposizione. Ha poi riportato i dati di un recente sondaggio Gallup: l'Italia è ultima in Europa per livello di "ingaggio" dei lavoratori (senso di appartenenza, motivazione, condivisione della missione del proprio datore di lavoro); un terzo dei lavoratori italiani si dichiarano infelici; solo il 18% di essi - però - sta cercando lavoro. 

Inevitabile la riflessione su questo stadio del capitalismo e il benessere delle persone, anche le più fortunate che apparentemente ne dovrebbero cogliere i frutti, reddito e lavoro. In un simile contesto di individui alienati dal lavoro che svolgono, ha detto Zezza, occorre capire come passare da un modello di capitalismo "a somma zero" (perché estrattivo, basato sul paradigma mors tua vita mea) ad un modello di capitalismo "di cura", un modello che ci appartiene naturalmente, ancestralmente, ma che abbiamo colpevolmente abbandonato.

Andrea Greco ha seguito il filo del discorso rilevando come il benessere nelle imprese sia ormai un indicatore in picchiata. E mostrando verso le tecnologie poco ottimismo per il contributo che potranno dare a migliorare la situazione. In tutto questo, la formula cooperativa che ruolo può giocare?

La funzione correttiva delle distorsioni del mercato è sempre più difficile, ha detto Greco, tra globalizzazione da turbo-capitalismo e iper-tecnologicizzazione di flussi e scambi. Vi è però il ruolo sui territori, nelle comunità, come è il caso della cooperazione di credito, che Greco ha studiato e raccontato (nel libro "Banche impopolari", con Franco Vanni), e rispetto alla quale troppo sbrigativamente si è intervenuti con riforme di legge tranchant, con il rischio di "buttare il bambino con l'acqua sporca".   

Davide Dal Maso, Ceo e fondatore di Avanzi, che ospitava l'incontro, è intervenuto nello spazio riservato al dibattito per sottolineare come oggi nascano "imprese cooperative nei fini e capitalistiche nei mezzi". Il libro è pensato anche per loro (e i loro manager).

Lunedì 17 ottobre "Manager cooperativi" farà tappa a Bologna, ospite della Fondazione Barberini, luogo simbolo della storia e degli studi in materia di cooperazione. Interlocutori dell'autore saranno Marisa Parmigiani, del Gruppo Unipol, Bibi Bellini e Roberto Lippi della Fondazione. 

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